Quante volte ci capita di ascoltare gli adulti che si lamentano dei capricci dei loro bambini? Quante volte ci capita di vedere i bambini buttati a terra che urlano fino allo sfinimento? Quante volte noi adulti siamo troppo distratti o troppo superficiali nel guardare i nostri bambini? Quante volte non ci rendiamo conto del disagio che stanno vivendo e che noi liquidiamo dicendo: “Sono solo capricci”? “Ha iniziato un giorno all’improvviso e da allora non ho più avuto pace”, dicono le mamme.
Ma cerchiamo di scoprire, cosa è successo veramente. Normalmente fino all’inizio della deambulazione siamo solo noi adulti a decidere per i nostri bambini: dove portarli, dove metterli, quando svegliarli, ecc… Ma ad un certo punto è necessario che il bambino cominci a scoprire se stesso, cominci ad affermare la propria volontà, cominci a non essere sempre d’accordo con noi. Ed allora se non ci sintonizziamo con il nostro bambino, ecco l’esplosione. Inizia il pianto, iniziano le urla e le proteste a parer nostro ingiustificate.
Il pianto del nostro bambino deve essere letto sempre come una richiesta di aiuto. Il bimbo che fa i capricci non è sereno, vuole dirci sempre qualcosa. I nostri bambini non lo fanno mai apposta, vogliono solo essere compresi.
Guardando davvero un bambino che piange, che si dimena perchè vuole quella determinata cosa, prima di rimproverarlo, o peggio ancora di strattonarlo, di metterlo a riflettere o a punirlo, dovremmo fermarci un attimo a guardarlo negli occhi e comprendere che dal suo punto di vista la sua reazione forse non era da considerare sbagliata, forse era inevitabile.
Quante volte le nostre paure o i pensieri che ci siamo fatti del nostro bambino non ci permettono di essere neutri nel guardarlo. Tutte le false credenze che ci hanno tramandato ci portano a eticchettare i nostri bambini senza sforzarci di guardare, di guardarci dentro, e seguire il nostro semplice istinto che tendenzialmente è amorevole.
A volte i nostri stessi messaggi non sono abbastanza chiari per loro. Al parco è frequente sentire: “non correre”, “guarda che se cadi e ti fai male, poi ti do il resto”, oppure “fermati un momento”, “vieni subito da me”. Il tutto magari mentre sta giocando e si sta divertendo. Non sarebbe più semplice dirgli che quel gioco è pericoloso, semplicemente perchè è letteralmente troppo pericoloso? O “Vieni da me appena hai finito il gioco perchè dobbiamo andare e durante il tragitto ti racconterò una storia magica” o semplicemente dirgli: “Ho voglia solo di dirti che ti voglio bene”. Spesso dimentichiamo che tutti i bambini vogliono solo compiacere gli adulti, che si occupano di loro, che li accudiscono, che li amano. E allora perchè mai dovrebbero fare apposta per rovinarci la giornata o farci dei dispetti? Ma davvero possiamo credere a questo? Perché mai il nostro bambino ha bisogno di attirare la nostra attenzione, da mettere così a dura prova la solidità del nostro amore?
Per tutti coloro che avessero voglia di sapere e scoprire molto altro su questo argomento, è possibile rivolgersi al negozio Bimbotta di Como, dove mensilmente ci si trova davanti ad un caffè per scoprire che alla fine le regole per arginare i famosi capricci sono solo tre. E non dimentichiamo che la logica dell’adulto non è mai la logica del bambino.
Articolo scritto da Dott.ssa Katia Biundo pedagogista e responsabile dell’asilo nido Mami Gioc.
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